mercoledì, febbraio 18, 2009

Deve esserci una via di uscita



disse il buffone al ladro.

Immagino che i convoluti meccanismi determinanti il dipanarsi di un serial prevedano una catena di colpi di scena, l'intricarsi di un trama che deve fare contenti gli sponsor e contemporaneamente rimanere nel budget della CG, aggrovigliandosi e svoltando man mano che gli sceneggiatori ricevono le loro sudate buste paga.

BattleStar Galactica riesce a rimanere entusiasmante nonostante queste restrizioni, uno stillicidio di lavori in pelle che giocano a nascondino e alcuni intrecci teocratici abbastanza surreali, ma è evidente che la storia di una obsoleta nave da guerra offline, inseguita nello spazio aperto da un inesauribile impero cyborg programmato solo per il genocidio, non dovrebbe concludersi così.

O almeno non è così che la farei finire io, ecco.

Certo sarebbe gradevole vederla, questa beneamata Terra, giusto prima della fine. Ma vederla soltanto e non raggiungerla perchè, insomma, i motori FTL dei Cyloni di certo non dovrebbero essere i primi a crashare, nella gara al salto triplo.

Vederla si, quindi, ma rendersi conto che è inutile qualsiasi tipo di sosta, tanto le basi stellari sono giusto lì, pronte a chiamare infiniti rinforzi, pronte a bombardare questi quattro stronzi non appena mettono un piede a... terra e pronte a prendersi tutto, dal Wyoming alla piattaforma di Ross.

Starebbe proprio nel rendersi conto, il bello.

Rendersi conto, dopo aver attraversato un paio di quadranti, aver perso il conto delle testate nucleari sfiorate, aver subito per mesi (anni?) lo sfinimento di questa sfibrante stirpe inseguitrice, infiltrata, monoteisticamente insostenibile, che è giunto il momento di farla finita.

Lasciare quindi che la flotta di mogli e mariti con bimbi, responsabilità, mutui da pagare, teste sulle spalle ma neanche uno straccio di phaser continui nella sua corsa, cogliendo appieno la magnifica libertà di dire basta, una volta per tutte, offerta da una carriera solitaria, priva di legami, magari ripiena di occasioni di felicità andate a puttane e convinte, illuse, di renderci derelitti.

Massì, del pianetino possiamo pure farne a meno, nell'ultima puntata.

Io, insomma, vorrei che Adama ordinasse una bella derapata di motori convenzionali. Una inversione di rotta repentina, lunga giusto il tempo necessario ad armare tutto quello che si può armare, a sguinzagliare tutti i Viper in grado di mordere e a esprimere il proprio stato d'animo in una ingiuria sostanziosa e felice. Seguita, ovviamente, dalle urla via radio di una StarBuck assetata di sangue.

Questa musica nelle orecchie

http://listen.grooveshark.com/#/song/All_Along_the_Watchtower/8496160

e fuoco e fiamme negli occhi.

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